Israele torna nell’incubo contagi per la variante Delta del nuovo Coronavirus: il Governo rinvia le riaperture ai turisti stranieri e ripristina l’obbligo della mascherina
Il governo dello Stato di Israele ha deciso di posticipare di almeno un mese l’ingresso di turisti internazionali a causa di una nuova ondata di contagi registrata nel Paese. Lo riferisce il quotidiano israeliano “Jerusalem Post”. Israele avrebbe dovuto iniziare ad accogliere nuovamente turisti stranieri a partire dal 1° luglio, in base alle indicazioni del ministero della Salute, ma due focolai di Covid-19 nelle città di Binyamina e Modi’in hanno portato il numero giornaliero di casi di contagi al picco più alto da aprile.
Secondo la stampa israeliana, circa 200 studenti e 20 insegnanti sono risultati positivi alla variante delta del Covid-19 nei due focolai che si sono verificati nelle scuole, mentre nel Paese sono risaliti a 554 i casi attivi, quasi tutti erano già stati vaccinati nei mesi scorsi.
Israele, infatti, già nello scorso inverno aveva battuto tutti i record con la più veloce campagna vaccinale del mondo: utilizzando esclusivamente il vaccino Pfizer-BioNTech, tra gennaio e aprile il 78% dei 9 milioni di israeliani ha ricevuto entrambe le dosi raggiungendo la copertura totale (e un altro 4% ha ricevuto la prima dose, per un totale dell’82%). Considerando che non sono stati vaccinati i bambini e gli adolescenti, la quasi totalità della popolazione superiore ai 16 anni è stata vaccinata. A due mesi di distanza, però, la situazione si complica nuovamente. Il Paese torna nello sconforto per il virus che ricomincia a circolare nonostante l’immunità vaccinale raggiunta dai tre quarti della popolazione.
Ripristino dell’obbligo delle mascherine al chiuso
Il ministero della Salute ha annunciato che adesso anche le persone vaccinate dovranno stare in isolamento in caso di contatti con i positivi. Rispettando dieci giorni di quarantena. Durante la campagna vaccinale, invece, le autorità avevano approvato una normativa che esentava i vaccinati dall’isolamento in caso di contatti con positivi. Nella speranza (evidentemente illusoria) che non potessero contagiarsi e contagiare. Adesso il dietrofront, dopo l’evidenza dei dati.
Inoltre, la nuova direttiva ha ripristinato l’obbligo di indossare la mascherina in aeroporto e nelle strutture sanitarie. E potrebbe essere solo l’inizio di nuove restrizioni. Infatti il Commissario per la lotta alla malattia, Nachman Ash, ha spiegato che gli esperti della sanità presenteranno al governo una serie di interventi da assumere, tra cui il ripristino dell’obbligo delle mascherine al chiuso.
Nelle ultime 24 ore i casi di infezione sono stati 110 (125 il giorno precedente). Di questi 64 hanno riguardato bambini e adolescenti e anche 14 persone giunte dall’estero. “Stabiliremo – ha detto Ash ai media – quando reintrodurre le mascherine in spazi chiusi, potrebbe essere domani o anche dopodomani“. Oggi il premier Naftali Bennett – che ieri ha evocato una possibile nuova “insorgenza della malattia” – vedrà gli esperti.