Governo cade, la crisi precipita fino alla rottura definitiva. Per Letta “è un giorno di follia”. Si va a elezioni anticipate, quasi certamente il 2 ottobre
Governo cade, Draghi ottiene una fiducia risicata, ma prende atto del mancato appoggio politico e dice addio a Palazzo Chigi. L’avventura del Governo “dei migliori” finisce in maniera davvero surreale. Con la votazione sulla fiducia che parte con la certezza della sua inutilità e Mario Draghi che, senza nemmeno attendere l’ufficialità, si infila in auto e va al Quirinale per significare a Sergio Mattarella che, nemmeno con tutta la buona volontà, c’è la pur minima chance di andare avanti. Il Governo cade quindi e poco conta che alla fine la risoluzione-Casini venga approvata (95 favorevoli, 38 contrari e nessun astenuto). Politicamente, l’esecutivo non ha il sostegno necessario per andare avanti.
Una crisi aperta dalla decisione di un solo partito (il M5S) di sfilarsi dalla maggioranza e che viene aggravata fino alla scelta del centrodestra (Lega e Forza Italia) di non partecipare al voto. Troppo forte la rabbia per le parole molto dure del Premier, ma anche il desiderio di non lasciare alla sola Giorgia Meloni il comodo ruolo di unica oppositrice di quel “tecnocrate” che la politica politicante non ha mai digerito (e lo si era ben capito con la vicenda-Quirinale) e che poi ha persino osato dare un’altra strigliata ai partiti, invece che prostrarsi al loro volere.
A quel punto persino il segretario del Pd Enrico Letta, il più acceso sostenitore di Draghi, alza bandiera bianca: “In questo giorno di follia il Parlamento decide di mettersi contro l’Italia. Noi abbiamo messo tutto l’impegno possibile per evitarlo e sostenere il #governoDraghi. Gli italiani dimostreranno nelle #urne di essere più saggi dei loro rappresentanti”. Game over, come anticipato da affaritaliani.it diverse ore prima.
Crisi di governo: e adesso cosa succede?
Mentre ancora si stava votando la fiducia al Senato, nei palazzi della politica si ipotizzavano i tempi per i prossimi passaggi istituzionali e politici per il governo Draghi. Se come pare ormai inevitabile il premier Draghi presenterà nuovamente le sue dimissioni a Sergio Mattarella, stamane dovrebbe incontrare i presidenti delle Camere che, come prevede la Costituzione, devono essere ascoltati prima di poter sciogliere le Camere.
A quel punto il Capo dello Stato avrebbe tutti gli elementi necessari a compiere la sua scelta, che tutti prevedono sia lo scioglimento del Parlamento per un voto in autunno. La data è decisa dal governo, ma in base al calendario la data più probabile e il 2 ottobre.
Devono infatti passare tra i 60 e i 70 giorni dal giorno dello scioglimento e il 25 settembre si celebra una festa ebraica, mentre solitamente si evita la coincidenza con festività religiose.
Draghi out: i commenti dei leader politici
Luigi Di Maio:
Una pagina nera per l’Italia. La politica ha fallito, davanti a un’emergenza la risposta è stata quella di non sapersi assumere la responsabilità di governare. Si è giocato con il futuro degli italiani. Gli effetti di questa tragica scelta rimarranno nella storia.
Carlo Calenda:
La fine indegna di una legislatura disastrosa. Cialtroni populisti hanno mandato a casa l’italiano più illustre. La prima cosa che diciamo è grazie #Draghi. Combatteremo per portare avanti la sua agenda e il suo modo di fare politica. L’Italia seria scenda in campo. È il momento.
Paolo Gentiloni:
Il balletto degli irresponsabili contro Draghi può provocare una tempesta perfetta. Ora è il tempo di voler bene all’Italia: ci aspettano mesi difficili ma siamo un grande Paese.
CORROTTI BUFFONI PAGLIACCI,SIETE VOI I CRIMINALI TRADITORI DISTRUTTORI DEGLI ITALIANI..
ITALIANI NON VOTATE PER QUESTO MARCIUME , CAMBIATE ROTTA PER IL BENE VOSTRO…
FATE DIVENTARE L’ITALIA PIU’ FORTE DEL MONDO E MANDATE ALL’INFERNO L’ELITE…