Coronavirus, rischia anche Speranza. “Epidemia colposa”, raffica di indagati
Epidemia colposa: L’ipotesi è che sia stata disattesa la norma Ue. Tremano anche Lorenzin, Giulia Grillo e l’ex dg D’Amario. A giorni le notifiche
Il Coronavirus in Italia continua a far paura. Nonostante tutti gli indicatori siano in calo, complice anche l’innalzamento delle temperature e i vaccini, l’emergenza nel Paese resta. Per questo il governo ha deciso di non concedere ai ristoranti tavoli composti da più di 4 persone. Ma sul fronte parallelo alla malattia continua anche l’indagine aperta dalla Procura di Bergamo per epidemia colposa. Sarebbero pronti – si legge sul Giornale – una raffica di avvisi di garanzia. L’ipotesi su cui starebbe lavorando la Procura guidata da Antonio Chiappani ruota su una direttiva Ue, la 1082 del 2013.
Ratificata in Gazzetta Ufficiale dall’allora ministro della Salute Beatrice Lorenzin, obbliga l’Italia “a sviluppare un piano generico di preparazione a serie minacce transfrontaliere che potrebbero costituire un’emergenza sanitaria internazionale”. Un obbligo a cui, questa è l’ipotesi dei pm, si sarebbero sottratti ministri e dirigenti del ministero della Salute. Ma anche chi avrebbe dovuto tradurre le linee guida in piani operativi regionali.
Nel mirino la Lorenzin, Giulia Grillo, Roberto Speranza, Claudio D’Amario, Ranieri Guerra
Nel mirino – prosegue il Giornale – ci sarebbero la stessa Lorenzin, Giulia Grillo e Roberto Speranza, titolari del dicastero dal 2014, Claudio D’Amario e il suo predecessore come responsabile della Prevenzione Ranieri Guerra (già indagato per false dichiarazioni ai pm sul report Oms sparito per le implicazioni politiche negative sull’Italia).
Anche il direttore dell’Iss Silvio Brusaferro e il capo di gabinetto di Speranza Goffredo Zaccardi, sentito nei giorni scorsi e le cui chat sono state passate al setaccio, e l’assessore al Welfare Giulio Gallera, del quale la Finanza ha già acquisito chat integrali da febbraio a giugno 2020.
È lo stesso filone che vede indagato l’ex direttore generale della sanità lombarda Luigi Cajazzo. Sul tavolo la mancata «zona rossa» in Val Seriana e l’improvvida riapertura, il 23 febbraio 2020, del pronto soccorso dell’ospedale di Alzano Lombardo, dove erano stati scoperti i primi casi di positività nel territorio. L’ex direttore medico dell’ospedale di Alzano, già sentito dai pm, si costituirà parte civile.
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