Tra gli ospiti di stamattina a L’aria che tira c’era il professore Alberto Zangrillo.
Durante il suo intervento ha rilasciato un paio di stoccate con il suo stile pacato ma pungente.
La prima era rivolta all’infettivologo Massimo Galli. Quando infatti la conduttrice ha accennato alle polemiche tra lui e il collega del Sacco, il professore ha tenuto a chiarire subito la sua posizione.
“Io non ce l’ho con nessuno, voglio essere lasciato in pace. Curo i malati e soprattutto curo i malati gravi, quelli più difficili. Curo i malati che mi vengono dall’ospedale Sacco”.
Al Sacco lavora il professor Massimo Galli. “Ne ho presi almeno cinque che sarebbero altrimenti deceduti. Lo vada a chiedere ai miei colleghi del Sacco, di cui ho grande stima”.
Zangrillo ha poi spiegato che fare il rianimatore non vuol dire intubare e stubare una persona ma curare le disfunzioni degli organi. “Vuol dire occuparsi dei malati più gravi perché altrimenti muoiono”.
Zangrillo sui cittadini soli che indossano la mascherina: “Un potenziale paziente psichiatrico”
La seconda stoccata è stata riservata a quei cittadini che, pur stando da soli, magari in mezzo alla natura, indossano la mascherina. “Quando sono in montagna su un sentiero in mezzo ai boschi e vedo che c’è una persona in lontananza con la mascherina, penso che quella persona stia sviluppando una patologia psichiatrica“.
Per Zangrillo “convivere con il virus vuol dire comportarsi con intelligenza”. Giusto avere rispetto per gli altri e comportarsi in maniera responsabile ma “ci sono decine di migliaia di anziani tramortiti e spaventati che non escono di casa da quindici mesi”.
A questo punto la conduttrice ha chiesto al suo ospite se quando percorre il tragitto per recarsi a lavoro, in solitudine sul lungotevere, sia il caso di togliere o abbassare la mascherina.
“È probabile – ha risposto il professore – che se io la vedo dico «ma guarda quella poveretta». Se è sola sul lungotevere alle sei, alle sette del mattino… perché mette la mascherina? Perché l’ha sentito dire alla televisione?“
Secondo il professore questa è la differenza tra essere un popolo di stupidi, di beoti o di persone responsabili.
“Probabilmente facciamo più presa se pensiamo di controllare un popolo di beoti, un gregge di beoti. E invece io mi aspetto molto di più dai miei concittadini”. Foto: La7