Green pass al ristorante? Non in quello di Montecitorio. L’attacco della Meloni
Ristorante di Montecitorio Roma, 26 lug – Per tutti ma non per i parlamentari? Non è così, anche gli eletti dai cittadini dovranno infatti esibire nei ristoranti il green pass. Eppure, almeno al momento, pare proprio che non sia obbligatorio al ristorante di Montecitorio.
Di qui l’affondo odierno di Giorgia Meloni: “Se si mette il Green pass per i comuni mortali – dice il leader di Fratelli d’Italia a Morning News su Canale 5 – non vedo perché non farlo per entrare al ristorante di Montecitorio“. Così la Meloni, annunciando che si vaccinerà – senza però farsi la foto – , fa notare la disparità inaccettabile. Una provocazione chiara, perché è implicita la sua contrarietà all’imposizione del certificato verde.
“Se il Green pass funziona, se è la via per non contagiarsi, allora perché non aprire palestre e discoteche? Mi sembra – fa notare la Meloni – che si faccia la scelta più facile: si devastano interi settori. Il green pass farà male al nostro turismo. Non esiste all’estero e appena ne abbiamo parlato abbiamo distrutto la stagione turistica”.
“No green pass perché il Parlamento è un luogo di lavoro”
Ma vista l’imposizione ai cittadini italiani, come mai i parlamentari, secondo alcuni esponenti del governo, non dovrebbero fornire il green pass in Parlamento? L’uscita del presidente della Camera, Roberto Fico, riecheggia ancora sui social.
“Non ho dubbi che gli onorevoli dovrebbero essere tutti vaccinati, ma il Parlamento è un luogo di lavoro, come tale non ha obbligo di green pass. Non metterei obbligo vaccinale nelle aziende”, aveva dichiarato tre giorni fa il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri. “Se dovessero salire i contagi a dismisura bisognerebbe pensare a strumenti che incentivino la vaccinazione, non l’obbligo”.
Dunque il ristorante di Montecitorio è considerata come una mensa di un luogo di lavoro? Possibile. Sta di fatto che la comunicazione del governo fa acqua da tutte le parti, perché è chiaro che la sensazione generale è quella di un “doppio binario” creato, con da un lato gli elettori e dall’altra gli eletti con l’apposito ristorante “immune” dal green pass. Alla faccia del buon esempio. di Alessandro Della Guglia