In collegamento con la trasmissione di La7, “L’Aria Che Tira”, il fotoreporter freelance Giorgio Bianchi è stato intervistato dalla conduttrice Myrta Merlino (dal min 30:30
Giorgio Bianchi si è detto lieto delle condizioni di salute di Fabio Tinazzi, ma poi ha spostato l’attenzione sulla crudeltà del governo ucraino: «Il 14 marzo, sotto casa mia è scoppiata un razzo balistico lanciato dagli ucraini che ha ucciso 23 persone e ne ha ferite 35. Io sono vivo per miracolo, sopravvissuto ad un atto terroristico, perché di questo si tratta quando si spara un’arma del genere su un paese di civili».
Myrta Merlino ha deciso quindi di interpellare ancora Tinazzi per ricevere ulteriori news sull’accaduto.
L’inviato, a quel punto, ha sbottato contro Bianchi, abbandonando il collegamento: «È un militante politico. Io sono qui, non posso sentirle queste cose. Non ho tempo da perdere. Non lo definirei neanche giornalista. Ho sentito un sacco di stupidità. Bisogna fidarsi delle fonti affidabili. Stai dalla parte di chi sta attaccando questa nazione. Tolgo il collegamento perché non voglio parlare con questa persona».
Insomma, la solita baraonda per creare audience e manipolare, con l’utilizzo della solita tecnica applicata anche nei confronti di coloro che avevano una visione diversa dalla narrazione mainstream riguardo il Covid-19: «Invito uno in tv. Lo faccio parlare. Ma prima e dopo di lui metto due bastonatori di professione», come ha spiegato il filosofo Andrea Zhok.
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