Il professore Giovanni Frajese: «Hanno trattato la popolazione, e in particolare i bambini, come cavie sperando che non succedesse niente»
«N-E-S-S-U-N-O». Spero che scritto così si capisca la determinazione e la decisione con cui il professor Giovanni Frajese endocrinologo e docente all’università del foro italico risponde alla domanda che in tanti si fanno e cioè che senso abbia imporre la vaccinazione anti Covid a chi è già guarito da questa malattia. «È una coercizione priva di qualsivoglia base scientifica. E questo lo sa qualsiasi medico. Ed è la cosa che più mi fa impazzire».
Lei è stato sospeso per inosservanza dell’obbligo pur essendo guarito dal Covid.
«Non hanno radiato professionisti che rompevano il femore per poi poter intervenire chirurgicamente e veniamo sospesi per sostenere tesi che si imparano al secondo anno di medicina».
Cosa insegna professore Giovanni Frajese?
«Scienze mediche e tecniche applicate».
Che tradotto significa?
«Tecnologie di avanguardia a livello medico».
Anche il vaccino mRna è tecnologia di avanguardia?
«Sperimentale e d’avanguardia. È una metodica che si studia dal 1987, anno in cui Robert Malone ha registrato il primo brevetto. Oltre trent’anni che la si studia. Senza alcuna applicazione pratica prima dello scorso anno. Anche perché gli studi effettuati in maniera adeguata non le consentivano di passare lo scrutinio».
Cioè?
«Il limite era l’efficacia. Nel tempo, sottolineo. Nel caso dei vaccini il limite di efficacia che può essere considerato è non inferiore al 50%. Già dopo un anno di studio, che non è stato fatto prima di mettere i vaccini in commercio, ma che ora dopo un anno abbiamo, possiamo dire che non solo questa efficacia è inferiore al 50%, ma è addirittura negativa».
Il che significa?
«Che le persone vaccinate con due dosi e nel tempo con tre si ammalano più facilmente dei non vaccinati. E infettano più facilmente».
Il contrario delle motivazioni addotte per imporre l’obbligo di vaccinazione con annesse restrizioni delle libertà…
«Non dimentichiamoci che hanno inizialmente tirato fuori un livello di efficacia relativa rispetto al placebo del 95%. In pratica ne sostenevano l’efficacia assoluta. Quasi nessuna possibilità di ammalarsi. Basta vedere la storia con tutte le persone che si sono ammalate dopo essersi vaccinate. Un numero che non aveva nessun senso».
Ora a che punto siamo?
«Vanno avanti cambiando le definizioni. Prima parlavano ufficialmente di immunità. Adesso si parla invece di protezione. Parola più vaga non potevano usarla. Dal momento che da vaccinato infetto e posso infettare».
Il grande pubblico ha iniziato a conoscerla nel momento in cui di fatto ha zittito in tv un imbarazzato Pierpaolo Sileri, suo ex compagno di corso all’università, a proposito del carattere sperimentale del vaccino.
«Gli effetti avversi possono essere a brevissimo termine di tipo allergico, o avvenire a distanza di pochi mesi, o a medio e lungo termine. Nel caso scoprissimo effetti tra tre anni e fossimo in presenza di un farmaco lo si ritirerebbe dal mercato, ma trattandosi di una persona sana già vaccinata non si può tornare indietro. Hanno trattato la popolazione, e in particolare i bambini, come cavie sperando che non succedesse niente. Speranza che già vediamo mal riposta, purtroppo. Al di là del fatto che stanno cercando ogni spiegazione pur di non dimostrare la correlazione degli effetti con la vaccinazione».
I dati sulla mortalità in eccesso di cui parliamo da giorni sulla Verità non la sorprendono…
«Per mesi ho sperato di avere torto. Ora possiamo solo sperare che gli effetti a medio lungo termine non siano così gravi. Speranza che, ahimè, si affievolisce quanto più si continua a rivaccinare le persone. Avrei preferito la pubblica gogna per aver peccato di prudenza. Ma purtroppo così non è».
Perché è sbagliato sottoporre le persone a continui richiami?
«Prima di oggi avete mai sentito di vaccinazioni che hanno bisogno di tre/quattro dosi? Il capo di Moderna sostiene che stanno preparando nuovi cicli vaccinali fatti di tre dosi per la Omicron; derubricata dalla stessa Oms a sindrome influenzale. Andiamo avanti con tre dosi all’anno per ciascuna variante?».
Dal vaccino multidose alla multi multidose?
«I segnali di una possibile anergia del nostro sistema immunitario (incapacità di reazione, ndr) con stimolazioni così ravvicinate nel tempo e così importanti sono preoccupanti. Se come dicevo prima una persona vaccinata si ammala più facilmente vuol dire che il sistema immunitario già non sta funzionando bene. Si rischia la compromissione del sistema immunitario che, ricordiamo, serve a proteggerci non solo dai virus, ma pure dai tumori e dai batteri».
Lei non è un uomo di legge, ma un medico. Però vi sono sempre più giudici che si stanno pronunciando contro la legittimità dell’obbligo vaccinale.
«I giudici stanno iniziando a leggere le carte. Quella che inizialmente sembrava una presa di posizione univoca e massiccia sta venendo meno. La Commissione medico scientifica indipendente, di cui faccio parte, ha collaborato, in qualità di consulente, al procedimento instaurato in Sicilia e poi approdato al consiglio di giustizia amministrativa in Sicilia. La corte ha fatto una serie di domande molto circostanziate. Ha ottenuto la risposta da parte del governo redatta da Rezza e Locatelli, e anche da parte nostra. Le nostre risposte non erano solo date, ma anche referenziate con articoli scientifici a supporto».
Cosa l’ha colpita della memoria Rezza-Locatelli?
«Hanno sostenuto che l’immunità da guarigione dura solo sei mesi, mentre nel frattempo è stato acclarato che gli anticorpi circolanti e mucosali derivanti da guarigione si mantengono per almeno 18 mesi. Ragionevole dedurre che la protezione sia permanente».
Un processo istruttorio non banale che ora approda addirittura in Corte costituzionale. Un segnale importantissimo. È come se ravvisassero l’enormità della cosa. Che aspettative ha?
«Abbiamo chiesto come Cmsi un confronto aperto, leale, franco e pacato col governo e il ministero della Salute. L’unico che abbiamo avuto è stato di fronte alla giustizia amministrativa siciliana. Loro hanno dato risposte scritte. Noi siamo andati lì di persona. I professori Bellavite e Donzelli hanno avuto un ruolo ancora più attivo di me. E questo è il risultato. Immaginate se il confronto fosse pubblico».
L’ordine dei medici di Firenze fa un appello nazionale a farla finita con questa storia dell’obbligo vaccinale. Le continue contestazioni impediscono addirittura l’approvazione dei bilanci inficiando il funzionamento dell’organo.
«Una soluzione politica. Piuttosto che confrontarsi cercano la terza via, punto. Ma la scienza non è politica. La scienza è prima di tutto dati».
Da medico cosa la spaventa di più dei vaccini mRna?
«La mancanza di studi di canceroginità e di genotossicità. Le fonti per così dire istituzionali – anzi pseudo-istituzionali – escludono la possibilità di retro-trascrizione del mRna vaccinale sul nostro dna. Questa affermazione risulta purtroppo smentita da uno studio svedese sulle linee cellulari epatiche. Lo studio ha dimostrato esattamente il contrario. La retro-trascrizione non solo è possibile ma è stata addirittura riscontrata».
Mi aiuta a capire meglio? Che vuol dire retro-trascrizione?
«Vuol dire che quel codice che è stato inserito nel corpo entra a far parte del tuo dna con la possibilità di vederlo trasferire alle generazioni future. Stiamo cioè parlando di un danno potenziale tale da far tremare i polsi. Non si ferma alla singola persona che è stata vaccinata. Una trasmissione sul patrimonio genetico dei figli con conseguenze inimmaginabili. Si sta parlando di una modifica del dna umano. Non so se sono stato chiaro».
Chiaro. Cosa pensa della persistenza dell’obbligo di mascherina?
«È uscito da poco un articolo in versione preprint, in attesa di pubblicazione. Uno studio tutto italiano. Le università sono quelle di Bologna, Ferrara e Perugia. Gli autori si sono presi la briga di misurare la quantità di anidride carbonica che viene inalata a seguito dell’utilizzo delle maschere, siano esse le Ffp2 oppure chirurgiche. È uno studio chiave, perché siamo l’unico maledetto Paese che continua a costringere le persone – soprattutto i bambini – a indossarla. Spero che sia pubblicato al più presto. Ma i dati sono chiari. Il livello di sicurezza accettabile è di 5.000 ppm, parti per milione. Dato un volume cioè di un milione di unità, l’anidride carbonica non dovrebbe superare le 5.000, 5.000 milionesimi. Ebbene questo livello di tossicità viene superato nel 40% delle persone che utilizzano la mascherina chirurgica e nel 99% delle persone che portano la Ffp2».
Mamma mia…
«Eh, ma il livello di tossicità aumenta con l’abbassamento dell’età. Quindi nei bambini. Con una media di 12.847 parti per milione. L’intervallo delle osservazioni è più o meno 2.898. Si può quindi arrivare a quasi 16.000 parti per milione. Oltre tre volte il limite massimo consentito. Mentre cioè gli effetti sul contenimento dei contagi sono risibili, stiamo causando un danno molto serio sui bambini, visto che gli obblighiamo a portarla per ore. È impensabile torturarli con misure che non hanno alcuna evidenza scientifica».
Una curiosità. Come fa a mantenere la calma in televisione?
«Mi metto dietro a me stesso e lascio che le cose siano. Non mi metto al piano loro. Altrimenti la comunicazione perde di efficacia. Questo lo puoi fare se dentro di te sai di avere ragione».
di Fabio Dragoni – La Verità
“…sperando che non succedesse niente …” [mlv lu16mg22 20e22]