NEW YORK, 08 MAR – McDonald’s chiude temporaneamente 850 dei suoi punti vendita in Russia. Lo riporta l’agenzia Bloomberg citando l’Associated Press. La decisione sembra legata al pressing sul colosso degli hamburger che finora era rimasto operativo in Russia nonostante l’invasione dell’Ucraina. Una scelta che aveva attirato molte critiche a McDonald’s, soprattutto sui social media dove un coro di voci crescente ne chiedeva il boicottaggio.
Fra i primi marchi occidentali – statunitensi – ad aprire nell’allora Unione Sovietica: era il gennaio del 1990 e il primo McDonald’s veniva inaugurato in Piazza Pushkin. Ora, a causa di quanto sta avvenendo in Ucraina, l’azienda ha deciso di chiudere in via temporanea 850 dei suoi punti vendita in Russia. La scelta è il riflesso di un pressing sui social che ha quasi indotto i clienti al boicottaggio. L’hashtag #BoycottMcDonalds era infatti finito in tendenza su Twitter durante lo scorso week end. Mosca e Ucraina hanno contribuito per il 9% alle entrate annuali del colosso americano: circa 2 miliardi di dollari.
A differenza di altri fast food in Russia che sono di proprietà di franchisee – tra cui KFC, Pizza Hut e Burger King -, McDonald’s possiede l’84% delle sue sedi russe. Il gigante degli hamburger ha detto che continuerà a pagare i suoi 62.000 dipendenti in Russia “che hanno messo il loro cuore e la loro anima nel nostro marchio McDonald’s”, ma in una lettera aperta ai dipendenti il presidente e ceo di McDonald’s Chris Kempckinski ha affermato che la chiusura per ora è la cosa giusta da fare. “I nostri valori significano che non possiamo ignorare l’inutile sofferenza umana in Ucraina”, ha affermato Kempczinski, spiegando che è impossibile sapere quando l’azienda sarà in grado di riaprire. McDonald’s ha anche temporaneamente chiuso 100 fast food in Ucraina e continua a pagare i dipendenti.
Finalmente i Russi ricominciano a mangiare SANO!!!