Sull’intervista al ministro russo Lavrov su Rete 4, il presidente Draghi ha affermato: «Prima di tutto parliamo di un Paese (l’Italia) dove c’è libertà di espressione, e il ministro Lavrov appartiene a Paese dove non c’è libertà espressione», si legge su ScenariEconomici.
#RSFIndex: RSF unveils its 2022 World #PressFreedom Index
— RSF (@RSF_inter) May 3, 2022
1: Norway🇳🇴
2: Denmark🇩🇰
3: Sweden🇸🇪
16: Germany🇩🇪
24: UK🇬🇧
26: France🇫🇷
42: USA🇺🇸
58: Italy🇮🇹
71: Japan🇯🇵
110: Brazil🇧🇷
134: Algeria🇩🇿
150: India🇮🇳
178: Iran🇮🇷
179: Eritrea🇪🇷
180: North Korea🇰🇵https://t.co/fdZ3RWSFjN pic.twitter.com/rV2i3sPmwW
Libertà di stampa. Non entriamo per il momento nel merito dell’intervista a Lavrov, circa la quale abbiamo appreso dalla portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova: «L’iniziativa di condurre l’intervista non è venuta dal ministero degli Esteri russo, ma da giornalisti italiani», ma parliamo della presunta libertà di stampa del nostro paese.
Ieri è stata la giornata mondiale della libertà di stampa, e come ogni anno è stata resa nota la classifica stilata da RSF, Reporters Sans Frontiers. Ebbene, l’Italia si trova al 58° posto, una delle peggiori posizioni per uno stato europeo. Ma il dato interessante da notare è che nel 2021, quando l’illuminato Premier Draghi stava altrove, l’Italia stava nella posizione 41: ne ha perse 17 in un anno.
In effetti, come dimenticare la stampa nostrana atterrita ed asservita, che non ha saputo (o potuto) sollevare obiezione alcuna di fronte ad un premier che snocciolava dati fantasiosi sui contagi da Covid, che si sperticava in raccomandazioni minacciose circa il sacro siero («non ti vaccini, ti ammali, muori») o che si lanciava in spericolate previsioni del tipo: «I vaccini sono l’unica garanzia per ritrovarsi tra persone sane e non contagiose», il tutto creando un insano panico nella popolazione e soprattutto una scriteriata lotta intestina tra vaccinati (i buoni) contro i pericolosi untori no-vax. Uno spettacolo indecente – si legge ancora su ScenariEconomici – con l’applauso degli astanti giornalai che val bene le 17 posizioni perse in 12 mesi…
Libertà di stampa, il Presidente Mattarella ha detto: «La libertà di stampa è il termometro della democrazia di un Paese». Appunto, lo stiamo notando.
Quindi mestamente andiamo a fornirvi i dati aggiornati e la classifica dei paesi più o meno democratici: L’Italia scende alla 58esima posizione. Un risultato deludente visto che perde 17 posizioni rispetto ai dati diffusi nel 2021 quando era al 41esimo posto. Sono in totale 180 i Paesi valutati da Rsf nel suo indice 2022. Di questi, il 73% è caratterizzato da situazioni «molto gravi», «difficili» o «problematiche» per la professione giornalistica, dovute all’aumento del «caos informativo» e della disinformazione.
Le prime tre posizioni sono occupate da Norvegia, Danimarca e Svezia. Bisogna scendere fino alla 16esima posizione per trovare la Germania, alla 24esima per il Regno Unito e alla 26esima per la Francia, scrive Scenari. Ancora più giù, alla 42esima si piazzano gli Stati Uniti. L’ultimo posto è della Corea del Nord, preceduta da Eritrea (179) e Iran (178). Sostanzialmente sono solo otto i Paesi che mostrano una “buona situazione”, contro i dodici dello scorso anno.
A preoccupare l’Ong è lo scenario che emerge e che racconta di un «caos informativo» e di una disinformazione che alimentano sia le tensioni internazionali che le divisioni all’interno delle società. L’edizione 2022 del World Press Freedom Index mette in evidenza gli effetti disastrosi delle notizie e in particolar modo di uno spazio informativo online globalizzato e non regolamentato che incoraggia le fake news e la propaganda. «All’interno delle società democratiche – si legge nel report – crescono le divisioni dovute alla diffusione dei media d’opinione secondo il “modello Fox News” e alla diffusione di circuiti di disinformazione amplificati dal funzionamento dei social media. A livello internazionale, le democrazie sono indebolite dall’asimmetria tra società aperte e regimi dispotici che controllano i loro media e piattaforme online mentre conducono guerre di propaganda contro le democrazie. La polarizzazione su questi due livelli sta alimentando una maggiore tensione».
Qui la mappa interattiva completa della situazione mondiale stilata da RSF: https://rsf.org/en/index
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