Battaglia risponde alla Regione: «Se sono vaccinato? È un dato personale che ritengo di non dover comunicare»
La libertà di scelta vale anche per noi. In generale sono contrario agli obblighi, ma lo sono soprattutto se riguardano un trattamento terapeutico. Da parte mia non c’è nessuna avversione verso i vaccini, direi la stessa cosa se si trattasse di aspirina o tachipirina».
Domenico Battaglia, 47 anni, palermitano di nascita e iscritto all’albo dei medici di Ferrara, nel 2020 è stato candidato con il Movimento 3 V (Vaccini Vogliamo Verità) come presidente della Regione. Specializzato in urologia, lavora come libero professionista e non negli ospedali, dove è alta l’attenzione sul tema dell’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario: lo ritiene necessario il governatore Stefano Bonaccini e i dirigenti della sanità pubblica chiedono di avere gli strumenti legislativi per poter gestire i casi di medici e infermieri «no-vax».
La libertà di scelta vale anche per noi:
Che cosa ne pensa? «Non si può obbligare nessuno. Non c’è nulla di etico e credo manchi il rispetto delle norme costituzionali. Tra l’altro mi sembrerebbe una mossa azzardata in una fase nella quale non conosciamo tutte le caratteristiche sulla copertura che offrono: sottolineo la copertura, non l’efficacia».
I risultati che campagne vaccinali avanzate stanno dando in altri Paesi è innegabile però. «Non discuto la funzione del vaccino ma il problema sarebbe l’obbligo. Credo non possa esserci un provvedimento di quel tipo nemmeno in una fase emergenziale come questa. Derogare è pericoloso, si potrebbe partire dal personale sanitario per poi arrivare ad altre categorie».
Si parla di medici e infermieri in servizio negli ospedali. Nemmeno in luoghi di cura così delicati lei ritiene che andrebbe previsto? Per il personale sanitario non si tratta di un’adesione etica e deontologica?«Non si può oltrepassare il concetto della libertà di scelta. Le persone andrebbero informate, non impaurite con eventuali demansionamenti o addirittura messe davanti alla scelta di rischiare di perdere il posto di lavoro».
Lei si è vaccinato? «È un dato personale che ritengo di non dover comunicare. Anche certi meccanismi che puntano a individuare i “giusti” e i “sbagliati” li trovo aberranti».
Personalmente e con il Movimento che iniziative intendete prendere?«Finora si parla di ipotesi di obbligo per i medici. Aspettiamo e valuteremo. Siamo ovviamente pronti a tutte le azioni legali e ai provvedimenti consentiti».
Dove si è vaccinato con numeri alti, come nelle strutture per anziani, i focolai si sono fortemente ridotti. «Considero l’obbligo un errore soprattutto dal punto di vista politico. Prima di essere medici siamo esseri umani e questa libertà di scelta deve essere inviolabile».
In che modo allora si potrebbero evitare i contagi e i morti? «Se ne può uscire anche con la prevenzione primaria e con le cure domiciliari, che infatti trovano un’ampia schiera di medici schierati in favore della necessità di implementare i trattamenti con farmaci a casa. Spostare le cure dagli ospedali alle case probabilmente aiuterebbe a non considerare la vaccinazione come l’unica soluzione».