Violare la quarantena è reato ma non esiste un sistema che sospenda la certificazione verde a chi risulti contagiato. Revocare il Green Pass ai Positivi
Revocare il Green Pass ai Positivi – Come riporta ilsole24ore il green pass continua a essere valido anche se il possessore risulta positivo al Covid e quindi è tenuto a rispettare l’isolamento. Una lacuna nei controlli sulla quale il ministero della Salute ha deciso ora di intervenire. Si pensa a un sistema di revoca temporanea della certificazione verde per i contagiati da coronavirus. Si tratta di mettere in contatto i dati sui tamponi molecolari positivi elaborati dalle aziende sanitarie regionali con la piattaforma Green pass gestita dal ministero.
Se la legge italiana prevede già sanzioni per chi, contagiato, violi l’isolamento e provi ad usare il Green pass, obiettivo del governo è ottenere una norma a livello europeo. Il ministero è in attesa del via libera del Garante della Privacy che potrebbe arrivare nei prossimi giorni.
Del tema aveva parlato il ministro Roberto Speranza in un question time alla Camera: «Resta evidente – aveva detto il 10 novembre 2021 – che chi è identificato come caso positivo è sempre soggetto a isolamento ed è escluso a rigore l’uso del green pass se il titolare è causa di possibile contagio. La revoca segue una doppia opzione: la segnalazione del medico o il tampone positivo i cui dati convergono su piattaforma regionale». Dopo un mese arriva l’intervento per revocare la certificazione verde ai positivi.
In “black list” fino a termine quarantena
Un database ovvero una sorta di “black list” dei Green pass revocati a quelle persone già in possesso del certificato verde ma in seguito diventate positive, che la app verifica C-19 presenterà come “non validi”. Poi, una volta terminata la quarantena, il lasciapassare tornerà automaticamente valido fino alla sua scadenza.
È quanto dovrà prevedere, a quanto si apprende, il sistema di sospensione del certificato verde. Il provvedimento dovrebbe essere contenuto in un Dpcm che sarà presto varato in attesa dell’ok del Garante della privacy.
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