Giuristi svizzeri contro il modello 2G, le polemiche contro il Green pass non valgono solo per l’Italia
Giuristi svizzeri contro il modello 2G. Le polemiche contro il Green pass non valgono solo per l’Italia: a muoversi questa volta sono stati anche diversi giuristi svizzeri che hanno attaccato il cosiddetto “modello 2G” vigente nel loro paese. “È anticostituzionale”, hanno sostenuto gli esperti firmando una lettera indirizzata alle presidenze del parlamento federale. Come riporta IlGiornaleditalia la richiesta è stata, in generale, quella di “ripristinare l’ordinamento costituzionale di base” in Svizzera, dove il certificato digitale verde lo possono ottenere solo i vaccinati (Geimpft in tedesco) e i guariti (Genesen).
L’estensione dell’obbligo del certificato per frequentare vari spazi rappresenta un grave e permanente intervento nei diritti fondamentali dei cittadini, si legge nella lettera. cesso di mortalità e nessun sovraccarico degli ospedali. E non è nemmeno provata l’utilità delle misure, sostengono.
“Secondo le decisioni del Consiglio federale del 17 dicembre 2021, ora perfino le persone sane che possono dimostrare il loro stato negativo al Covid conformemente alle indicazioni dell’UFSP saranno escluse dall’accesso ad ampi settori della vita pubblica (sociale, culturale, economica ecc.) e privata a partire dal 20 dicembre 2021”, si legge. “Ciò significa che tutte le persone non vaccinate in Svizzera, che non hanno la «fortuna» di essere considerate guarite, sono discriminate in un modo che non ha precedenti“.
E ancora: “Per ingerenze di tale gravità nella vita di così tante persone in Svizzera, i requisiti dell’articolo 36 della Costituzione federale (e in particolare la prova dei fatti giuridicamente rilevanti) non dovrebbero ormai più lasciare dubbi in termini di chiarezza ed esplicitezza, dopo oltre 20 mesi della «crisi Covid»: le cifre dei decessi e dei ricoveri dovrebbero raggiungere livelli inauditi su un periodo di tempo più lungo per giustificare simili restrizioni straordinarie ai diritti fondamentali di una parte considerevole della popolazione”.
Di seguito la dichiarazione: