La prestigiosa rivista The Lancet pubblica un articolo datato 7 febbraio che spiega perché gli operatori sanitari guariti da infezione da SARS-CoV-2 non dovrebbero essere obbligati alla vaccinazione.
The Lancet. Tristemente in controtendenza la legislazione italiana in primis, vede la categoria degli operatori sanitari soggetta ad obbligo di vaccinazione pena la sospensione dal servizio e la mancata retribuzione. Gli operatori sanitari che hanno contratto naturalmente il Covid-19, sono infatti soggetti ad obbligo di vaccinazione con booster dopo pochi mesi dalla rilevata positività; ad ogni modo un sanitario guarito, per il ministro della salute in Italia, non ha diritto a riprendere la propria attività lavorativa finché non avrà adempiuto all’obbligo di vaccinazione.
Di seguito la risposta del Ministero della Salute un quesito della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri:
Come si può leggere: ” La guarigione non è, in base alla normativa vigente, circostanza idonea a legittimare la revoca della sospensione“. Poco persuasi delle basi scientifiche delle disposizioni di cui sopra, pubblichiamo integralmente l’articolo apparso sulla rivista The Lancet che demolisce la narrativa secondo cui un soggetto immunizzato naturalmente, rappresenti un “pericolo” per la società e nel caso degli operatori sanitari, dei propri pazienti.
Gli operatori sanitari guariti dall’infezione naturale da SARS-CoV-2 dovrebbero essere esentati dagli obblighi di vaccinazione obbligatoria
Secondo l’etimologia, la parola immune deriverebbe dal latino immunis, che significa esente dal servizio pubblico, non tassato; alleggerito. Per estensione, il termine immunità significa esente da una particolare malattia infettiva, ma il termine è ora in pericolo di essere equiparato all’esenzione dall’occupazione a causa delle leggi sull’obbligo vaccinale che sono state implementate o proposte in alcuni paesi.
Nel Regno Unito, gli operatori sanitari non vaccinati in Inghilterra hanno affrontato la prospettiva di un licenziamento imminente per aver rappresentato un pericolo percepito sia per se stessi che per i pazienti vulnerabili, anche se il governo del Regno Unito si sta ora consultando sull’opportunità di eliminare l’obbligo.
Molti obblighi vaccinali includono coloro che sono naturalmente immuni, il che costituisce una grande percentuale di operatori sanitari in considerazione dell’esposizione a SARS-CoV-2 sul posto di lavoro. Tuttavia, ci sono argomenti convincenti contro tali obblighi unilaterali che meritano di essere ripetuti dal punto di vista delle conoscenze accumulate sulle infezioni virali del tratto respiratorio e sull’immunità.
In primo luogo, è ben noto che per i virus a RNA a singolo filamento come l’influenza, l’immunità naturale dopo il recupero dall’infezione fornisce una protezione migliore rispetto alla vaccinazione, che deve essere intrapresa ogni anno a causa del calo dell’immunità vaccinale.1 Lo stesso è stato dimostrato per SARS-CoV-2; in uno studio, gli individui esposti all’infezione naturale avevano dieci volte meno probabilità di essere reinfettati rispetto agli individui vaccinati senza infezione naturale (hazard ratio aggiustato 0,02, IC 95% 0,01-0,04 per l’infezione precedente rispetto a 0,26, 0,24-0,28 per la vaccinazione). Gli individui esposti a infezioni naturali avevano anche meno probabilità di essere ricoverati in ospedale con COVID-19.2
Una forte componente per evitare un’ulteriore crisi del personale sanitario dovrebbe includere la sensibilizzazione dei politici sul potere dell’immunità naturale negli individui che si sono ripresi dal COVID-19.
LEGGI L’ARTICOLO COMPLETO: Health-care workers recovered from natural SARS-CoV-2 infection should be exempt from mandatory vaccination edicts – The Lancet Rheumatology
Traduzione a cura di EventiAvversi