Bottoni gialli ai vaccinati. Le persone vaccinate dovrebbero indossare un bottone giallo sulla giacca per dimostrare che sono vaccinati.
Bottoni gialli sui vestiti per distinguere i vaccinati. Su di esso si deve leggere: “Vaccinare? Sì grazie! Sono vaccinato”. Ci risiamo, la Germania sdogana anche l’ultimo richiamo all’epoca più buia del Novecento.
Quando da quelle parti a essere gialle erano le stelle sui vestiti degli ebrei. La proposta ha fatto subito scalpore, anche negli Stati Uniti. La star di Hollywood James Woods è stato uno dei primi a reagire su Twitter: “Stelle gialle in Germania. La storia non viene più insegnata qui?”, ha scritto. L’attore, diventato famoso, tra l’altro, attraverso la serie televisiva “Holocaust” (1978), ha sentito subito – come molte altre persone – un richiamo alle “stelle ebraiche” gialle sotto il nazionalsocialismo.
Anche senza un libro di storia, i produttori avrebbero potuto notare che qualcosa non andava. La BILD – il principale quotidiano tedesco – ha chiesto spiegazioni al colui che ha lanciato questa proposta, Guido Lohmann. “Capisco che l’associazione sta emergendo. (Continua a leggere dopo la foto)
Lo trovo molto scomodo e me ne pento. Nessuno ci ha pensato durante la preparazione della campagna”. Il presidente del gruppo di iniziativa Moers, insieme a un’istituzione sociale, ha fatto stampare 2000 bottoni a un farmacista. Obiettivo: aumentare il tasso di vaccinazione nella città del Basso Reno.
Perché QUESTO ci è stato nascosto prima delle elezioni? Si chiedono in Germania. “Durante la campagna elettorale, ai nostri politici è stato ripetutamente chiesto della fine delle misure anti-Covid, sempre più restringenti”. Lohmann afferma inoltre la buona intenzione che il colore e lo slogan fossero basati sul movimento “energia nucleare, no grazie”.
Alla BILD dice infine: “Non volevamo discriminare o escludere nessuno, ma motivare le persone a farsi vaccinare in modo positivo. Se qualcuno si sente offeso, sono pronto a parlare con loro”. Tempi bui anche in Germania scrive IlParagone