Bar Torrefazione Coffee&Food
BARISTA SI TOGLIE LA VITA A TIBURTINA: È rimasto un solo mazzo di fiori a terra, su cui i negozianti vicini hanno dovuto far scrivere “non toccare”. Gli altri li hanno rubati. Non è raro, a Roma, che qualcuno rubi fiori o oggetti lasciati per i defunti. Ed è ancora più triste che quei fiori stiano proprio vicini all’insegna “nuova gestione, prossima apertura”. Siamo in via Tiburtina e il Bar Torrefazione Coffee&Food per ora non aprirà.
Antonio, il proprietario che l’aveva rilevato a ottobre scorso, ha deciso di togliersi la vita, impiccandosi proprio lì, in quel bar che tanto lo faceva penare.
Fra i negozianti della zona in molti lo conoscevano personalmente e avevano notato il cambiamento negli ultimi tempi. Sono arrabbiati, perché non si può più vivere così. Più di qualcuno ci ha detto “andate alla Asl”, perché è da lì che tutto sembrerebbe partire.
BARISTA TIBURTINA
A quanto risulta, infatti, l’uomo non poteva aprire perché non riusciva ad ottenere il permesso su degli spogliatoi al piano interrato. Intanto il bar restava chiuso, ma le spese dell’affitto erano sempre quelle.
“Paghiamo più di duemila euro al mese qui, ci trattano come se fossimo i Parioli. Tiburtina non ce la fa più”, ci ha detto un altro negoziante.
Noi ci siamo andati alla ASL, ma gli uffici sulla Tiburtina non sono quelli giusti. Quelli che dovrebbero occuparsi della causa di Antonio sono altrove, ma lavorano solo dalle 9 a 12. Un’altra delle tante contraddizioni di questo Paese, in cui l’imprenditoria viene uccisa prima ancora di vedere la luce. E se le serrande hanno la fortuna di alzarsi, vengono riabbassate subito dopo dai Decreti Legge che da oltre un anno e mezzo scandiscono le nostre vite.
A Roma, e in Italia tutta, non si muore solo di Covid. Ma anche di burocrazia, di tempi lunghissimi, di tasse talmente alte che anche in tempi normali si faticava a farcela. Ci chiediamo, inoltre, come è possibile che per oltre 8 mesi la Asl non abbia dato il permesso di aprire? Dicono che Antonio non abbia lasciato biglietti, ma una negoziante ci ha detto una cosa estremamente vera: con il suo gesto ha lasciato un biglietto morale.
Articolo di Miriam Gualandi per Byoblu