La fase 2 dei tagli all’energia: con il razionamento residenziale si risparmia il 20% del gas che arriva dalla Russia. In arrivo aiuti sulle bollette
Ci siamo amici, con questo programma di austerity inclusiva, il Presidente Mario Draghi sta per assestare il colpo di grazia alla già barcollante economia russa del dittatore fascista Vladimir Putin. Con qualche piccolo sacrificio come il coprifuoco notturno per tutti i locali e il razionamento dei caloriferi, il nostro Governo vuole trasmettere un forte messaggio di solidarietà agli amici ucraini. Probabilmente qualche pizzettaro in nero che rifiuta pagamenti col POS fallirà, ma siamo in guerra ed è normale lasciare indietro i meno meritevoli. Tutti dobbiamo fare la nostra parte, quindi muniamoci di binocoli termosensibili per segnalare alle forze dell’ordine eventuali appartamenti con temperatura troppo alta.
Ma torniamo seri e vediamo cosa scrivono i giornaloni di regime in merito al nuovo piano d’emergenza per una nuova austerity, con interventi su riscaldamento, aria condizionata e illuminazione. E il coprifuoco per negozi (alle 19) e locali (alle 23). Ma anche tagli alle industre “energivore”. Questo prevede la fase 2 dell’emergenza energia, che può scattare in caso di tagli alle forniture del gas. Mentre da subito partirà la campagna di sensibilizzazione per il risparmio. Secondo i calcoli con il razionamento residenziale si può arrivare a risparmiare il 20% del gas che arriva dalla Russia.
Che preveda anche i tagli al riscaldamento degli uffici pubblici. Una serie di misure estreme che dovrebbe scattare “soltanto in caso di emergenza“. E che andrebbe di pari passo con quello dell’Unione Europea. Mentre sono in arrivo altri aiuti sulle bollette (Voi ci credete?).
Austerity: Stop a caloriferi
Il piano d’emergenza del governo Draghi prevede quindi più step a seconda delle necessità e delle evenienze. E si può sintetizzare in una serie di step, come spiega oggi Il Messaggero:
- nelle case temperatura dei termosifoni ridotta di 2 gradi e paletti sugli orari;
- coprifuoco sull’illuminazione in casi estremi;
- taglio all’illuminazione dei lampioni nelle città e nei musei (fino al 40%);
- chiusura anticipata degli uffici pubblici;
- riduzione del riscaldamento a 19 gradi negli uffici pubblici;
- chiusura anticipata dei locali privati (alle 23);
- chiusura anticipata dei negozi (alle 19);
- riduzione del gas e delle elettricità alle imprese “interrompibili”.
Il piano prevede anche un maggiore utilizzo dell’energia derivata dal carbone. E le estrazioni di gas dalle piattaforme con le trivellazioni. La riduzione delle temperature nelle case riguarda il periodo invernale, mentre in estate potrebbe arrivare un limite all’uso dell’aria condizionata in casa fino a 27 gradi. Il taglio dell’illuminazione potrebbe toccare in primo luogo gli illuminamenti esterni delle case private e quelli condominiali. Mentre la questione del coprifuoco dei locali pubblici è ancora aperta.
Secondo il piano città il taglio dell’illuminazione pubblica arriverà al 40%. Ovvero solo un lampione su due rimarrà acceso di notte. In casi estremi si pensa di ridurre l’orario degli uffici pubblici alle 17,30. In parte l’austerity è già scattata: dal primo maggio scorso e fino al 30 aprile 2023, le temperature negli uffici pubblici non potranno essere superiori ai 19 gradi di inverno e inferiori ai 27 d’estate. Il coprifuoco dei locali e dei negozi costituirebbe il passo ulteriore. Gli esercizi commerciali serrerebbero le saracinesche alle 19, e questo dovrebbe valere anche per quelli che vendono beni alimentari ma non per le farmacie. I locali pubblici avrebbero il coprifuoco alle 23. Questa nuova regola sarebbe valida per bar, ristoranti, pub e discoteche.
Poi, ricorda oggi Repubblica, c’è l’interruzione delle forniture, per un periodo limitato di tempo, delle forniture alle industrie più energivore, dai cementifici alle acciaierie, dalla ceramica al vetro. Scatterà anche la possibilità di ricorrere alle riserve strategiche che si trovano negli stoccaggi. Ovvero i depositi dove viene immagazzinato il gas dagli operatori durante l’estate, per essere rivenduto sul mercato in inverno. Nel caso di emergenza, il governo potrà autorizzare anche l’uso delle riserve strategiche. Ovvero la parte non destinata alla commercializzazione.
Basterà? A parte la questione della chiusura (provvisoria, secondo la Russia) di Nord Stream, l’Europa dovrà prepararsi a ridurre i consumi del 15%. Bruxelles presenterà tra poco più di una settimana un piano di strategia unitaria. Che servirà per coordinare i piani nazionali di emergenza dei 27 Paesi membri. Ma anche gli eventuali razionamenti di energia. Quindi muniamoci di binocoli termosensibili e facciamo tutti il nostro dovere, forza!
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