Assenteista non ti temo: l’arte di non lavorare è diventata un fenomeno globale

Assenteismo globale: scopri l’arte di non lavorare!

Scopriamo l’assenteismo in Europa: un fenomeno crescente che preoccupa le aziende

Una volta, l’assenteismo era considerato quasi un “arte” in Italia, con abitanti esperti nel trovare scuse per estendere le vacanze o inventarsi malattie. Oggi, però, il fenomeno ha assunto proporzioni preoccupanti anche in altre grandi economie europee. L’assenteismo non solo persiste, ma si è evoluto, diventando un problema serio che le aziende cercano di combattere con metodi sempre più sofisticati, come l’impiego di investigatori privati. Scopriamo insieme come questo fenomeno sta impattando il mondo del lavoro in Francia, Germania, Gran Bretagna e Italia.

Francia: l’escalation del controllo sui lavoratori in congedo

In Francia, il costo dei congedi per malattia è aumentato del 60% dal 2012, costando allo stato oltre 10 miliardi di euro all’anno. Di fronte a questa situazione, le aziende hanno iniziato a ingaggiare investigatori privati non più per scopi sentimentali, ma per verificare la veridicità dei congedi per malattia dei dipendenti. Fabrice Lehmann, un investigatore, ha rivelato che alcuni dipendenti utilizzano il tempo del congedo per malattia per avviare attività personali o, addirittura, collaborare con i concorrenti. Altri, più banalmente, approfittano di questo periodo per andare in vacanza.

Germania e Regno Unito: tra stress e salute mentale

La situazione non è migliore in Germania, dove l’assenza media annua per dipendente sta raggiungendo i 17 giorni, principalmente a causa di stress e problemi psicologici come depressione e ansia. Nel Regno Unito, le ore lavorative perse per malattia continuano a crescere, evidenziando un problema crescente legato all’equilibrio e alla salute mentale nei luoghi di lavoro.

Italia: un’analisi dettagliata dell’assenteismo

  • Nel 2023, le ore lavorabili pro capite, escludendo la cassa integrazione, sono state in media 1.701.
  • Di queste, 111,9 ore sono state perse a causa di assenze dal lavoro, sia retribuite che non.
  • Il tasso di assenteismo è risultato del 6,6%, con un’incidenza maggiore nei servizi (7,2%) rispetto all’industria (6,2%).
  • Le assenze sono più frequenti nelle aziende di grandi dimensioni: il 7,3% nelle aziende con più di 100 dipendenti.
  • La malattia non professionale rimane la causa principale di assenza (3,5% delle ore lavorabili), seguita dai permessi per motivi familiari e personali.

La sfida delle aziende: conciliare lavoro e benessere personale

Le aziende stanno adottando strategie diverse per gestire l’assenteismo, che variano a seconda della dimensione dell’azienda e del settore di appartenenza. Gli strumenti utilizzati includono la rilevazione sistematica dei dati, la definizione di politiche per la gestione delle presenze e l’implementazione di iniziative per il benessere organizzativo e la conciliazione tra lavoro e vita privata.

La presidente dell’Associazione italiana direzione del personale, Matilde Marandola, sottolinea che, nonostante l’assenteismo in Italia sia in linea con la media europea, è fondamentale per le aziende trovare un equilibrio che risponda sia alle esigenze produttive sia a quelle dei dipendenti. Questa è la sfida che ci attende nel futuro del lavoro.

In conclusione, l’assenteismo rimane un problema complesso e sfaccettato che richiede un approccio olistico e adattato alle specificità di ogni contesto nazionale e aziendale. Le soluzioni potrebbero non essere semplici, ma è chiaro che il benessere dei lavoratori e l’efficienza produttiva devono andare di pari passo per garantire un futuro lavorativo sostenibile e produttivo.

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