Barbara Wojciechowska è una donna polacca, membro onorario del Tribunale di Norimberga sopravvissuta alle atrocità del nazismo e della dittatura stalinista.
Nel suo intervento ad Oria (BR) ha sollecitato i ragazzi a conoscere la storia in profondità per non commettere gli errori del passato. Contraria al #greenpass che definisce il nuovo marchio della schiavitù invita le persone a risvegliare le coscienze e intraprendere una battaglia di conoscenza per ripristinare l’ordine naturale del rispetto reciproco che in questi anni di involuzione democratica sta mancando pericolosamente per far spazio ad autoritarismi.
Stalinismo era democrazia socialista – governava il popolo riunito in consigli di vario grado, da qui il nome del paese Unione Consiliare (gli imbecilli dicono sovetica lasciando la parola CONSILIARE non tradotta dal russo e aggiungono pure una I in più per rendere la parola assolutamente impronunciabile – sovietica) che era composto da 15 paesi membri e più di 300 popoli. L’ Unione Consiliare in estone è NÕUKOGUDE LIIT però gli imbecilli usano la versione non tradotta dal russo e non dalle altre 300 lingue. Stalin era solo la figura rappresentativa senza potere decisionale. Chiamarlo dittatore è da dementi.
La Polonia non entrava nell’Unione Consiliare e non ha nulla che fare con Stalin e con la sua democrazia. Non saperlo è da barbari. Dopo la seconda guerra mondiale l’Unione Consiliare aveva compito di garantire l’ordine e di reprimere il nazismo e il fascismo nell’Europa orientale, la Polonia era tra i territori che l’Unione Consiliare doveva sorvegliare. L’ Italia è trofeo degli Usa in quella guerra, Polonia invece non era trofeo dell’Urcs (Unione delle repubbliche consiliari socialista) ma è rimasta indipendente in tutti i sensi, era libera di decidere se entrare o non entrare nell’Unione Consiliare e ha liberamente deciso di non entrare.